I certificati bianchi sono uno strumento efficace, a livello nazionale, attualmente disponibile per ottenere incentivi per l’efficienza energetica.
Aziende che abbiano nominato l’energy manager ai sensi dell’art. 19 della legge 10/91 possono partecipare direttamente al sistema. Imprese industriali senza energy manager nominato non possono partecipare direttamente al sistema, ma possono comunque entrare nel meccanismo in diverse maniere, per esempio:
1) realizzare una diagnosi energetica, individuare interventi di efficientamento e negoziare con il distributore energetico di riferimento, di elettricità o di gas, i titoli producibili, per l’ottenimento dei quali il distributore dovrà assumere l’iniziativa. Gli interventi potrebbero essere totalmente finanziati da una qualunque delle due parti, oppure in regime di cofinanziamento;
2) affidare ad una ESCO l’incarico di realizzare la diagnosi energetica e presentare la proposta per l’ottenimento dei TEE; la ripartizione dei titoli, una volta concessi, sarà stata precedentemente concordata.
Le tipologie di intervento realizzabili possono fare riferimento ai tre diversi tipi di valutazione:
1) metodo standardizzato: oltre alle schede riguardanti interventi sulla struttura edilizia, destinata tipicamente agli uffici, (scalda-acqua a gas, doppi vetri, isolamento pareti, fotovoltaico < 20 kW, collettori solari), possono essere
utilmente impiegate schede specifiche per contesti industriali, quali la n. 9 (inverter per sistemi di pompaggio < 22 kW), la 11 (motori ad alta efficienza), e la 17 (regolatori di flusso luminoso per lampade a sodio alta pressione per illuminazione esterna, per es. di piazzali);
2) metodo analitico: si può utilizzare la scheda n. 10 (decompressione del gas naturale) e la n. 16 (inverter per sistemi di pompaggio > 22 kW);
3) metodo a consuntivo: afferisce a questo metodo la maggior parte degli interventi proponibili in ambito industriale, i quali sono per loro natura difficilmente standardizzabili. Un’attività produttiva viene normalmente suddivisa nelle due macroaree 1) dei servizi di stabilimento e 2) del processo produttivo. Interventi tipici nell’area dei servizi per i quali si possono presentare proposte sono la cogenerazione (con combustibile fossile o da biomassa), inverter su macchine operative diverse dalle pompe (per le quali sono già disponibili schede standardizzate), riscaldamento a irraggiamento degli ambienti lavorativi, efficientamento di impianti frigoriferi, di centrali di compressione dell’aria, di centrali termiche, di cabine di trasformazione, dell’impianto di illuminazione per interni ed esterni, ecc. Nel processo produttivo si possono individuare altri interventi, meno categorizzabili, quali: recuperi di calore da fluidi liquidi o gassosi, efficientamento di forni fusori (es. vetro) e di cottura (es. laterizi, cemento), nuovi processi di essiccazione, ecc.